Borderlands, Mobility and Rights in the Era of Glocalization
Aula Magna, Polo Bertelli | Piazzale Bertelli, 1
TRANSCULTURALITY AS A (RE-) CONSTRUCTIVE METHOD
Macerata il 9 e il 10 aprile 2025È il 1° Convegno di Studi Transculturali che si svolge in ItaliaCo-organizzato dai professori Raffaele Tumino (Università di Macerata), Simone Betti (Università di Macerata), Dagmar Reichardt (Latvian Academy of Culture, Riga), il Convegno vuole informare sulle ricerche d’avanguardia riguardo le crescenti interconnessioni culturali e sociali in Italia e nel mondo.La transculturazione o transculturación nell’espressione impiegata per la prima volta da Fernando Ortiz in Contrappunto del tabacco e dello zucchero, opera pubblicata nel 1940, è un paradigma di recente costituzione che ha segnato una svolta nello studio dei processi economici, sociali e culturali (avvalorato anche nel campo degli studi della fisica del caos: P. Bergé, Y. Pomeau, M. Dubois-Gance, Des rythmes au chaos, 1994), che incoraggia e promuove nuove modalità di relazione tra persone, popoli e culture sul piano della reciproca comprensione.
Non multiculturalismo né tanto meno interculturalismo le quali insistono ancora o sulle linee di confine da non varcare, con l’inevitabile conseguenza di uno "splendido isolamento delle culture", o sul rapporto asimmetrico tra culture che si traduce spesso (con gli effetti che registriamo ancora oggi nelle scuole, nelle città, nei luoghi della cura e della salute) nella sudditanza di una o più culture (di provenienza) alla cultura dominante (di appartenenza).
Da diversi "vertici di osservazione" che i maggiori studiosi convenuti prospetteranno (dall'antropologia agli studi letterari, dalla psichiatria alla filosofia, dal diritto alla geografia, dalla sociologia alla pedagogia e l’apporto dei Cultural Studies e dei Postcolonial Studies), sarà possibile avere delle chiavi di lettura sulla complessità del reale e di promuovere autentiche relazioni sui temi fondamentali della soggettività: l'amore, la morte, la salute, la speranza, la bellezza, la trascendenza.Lungi dal fare una graduatoria, per ordine di merito e/o di notorietà, giova menzionare Rita El-Khayat, psichiatra e antropologa marocchina, plurinominata candidata al Premio Nobel per la Pace, con il riconoscimento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l’impegno costante mostrato contro la violenza di genere; Wolfgang Welsch, uno dei massimi filosofi contemporanei e punto di riferimento di molti studiosi, e poi Simona Bartoli Kucher, Iain Chambers, Aditi Chauhan, Amaury Dehoux, Costantino Maeder, Ada Plazzo, la scrittrice italo-russa Anna Belozorovitch; tra gli ospiti nazionali Arianna Alpini, Alfredo Ancora, Pietro Barbetta, Rino Caputo, Gianluigi Corinto, Giancarlo Costabile, Isabella Crespi, Elena Dell’Agnese, Rosita Deluigi, Angela De Simone e poi ancora Stefano Polenta, Flavia Stara, Raffaele Taddeo.
Che cos’è la transcultura e in quali ambiti sociali si manifesta? Quali sono stati i maggiori teorici di questo fenomeno? E che cosa significa la transculturazione per la gestione dei “confini” geografici, politici e disciplinari?
L’azione consiste nel rendere "visibili" tutte le culture e di riconoscere i diritti inalienabili di ogni uomo e donna di "abitare il mondo": solo in questo modo possiamo spengere le bocche di fuoco, gettare nelle ortiche la nomenclatura tipica della narrazione neoliberista: "extracomunitario", "migrante", "rifugiato", "richiedente asilo".
Tre sono i passaggi da compiere che l’approccio transculturale degli studiosi convenuti sollecitano: la de-colonizzazione delle nostre menti; mondializzare il nostro pensiero o di "pensare con il mondo"; la "gentilezza" che consiste nell'accoglienza, nell’ascolto, nel dare e ricevere (Ortiz).Questo non significa affatto non riconoscere il dolore e la fatica legate alla migrazione e all’accettazione, ma piuttosto "rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il libero sviluppo della persona". Su questo piano è possibile accogliere la sollecitazione di Seyla Benhabib che consiste nel riconoscimento, al primo ingresso dei rifugiati e dei richiedenti asilo, del diritto morale secondo cui "nessun essere umano è illegale"; l’attraversamento dei confini e la rivendicazione dell’accesso a una comunità politica differente non costituisce un atto criminale, bensì è l’espressione di una libertà umana e il giusto riconoscimento di condizioni di vita migliori in un mondo condivisibile. Che è infine la "speranza" di tutti.Gli Atti del Convegno saranno pubblicati nella rivista semestrale di studi transculturali: “Transculturale. Passaggi tra scienze, pratiche di trasformazione”, Edizioni Mimesis. La Rivista, non è per nulla pleonastico, è molto seguita in tutti e 5 i Continenti data la provenienza e la collaborazione attiva dei Componenti del Comitato Scientifico.